Una coppia, che dopo due anni di tentativi mirati per concepire , non riesce a conseguire una gravidanza, viene di norma definita infertile. In questi casi, una volta che è stata accertata la presenza di un problema che non è possibile risolvere in altro modo, la coppia può tentare la via della Procreazione Medicalmente Assistita (Pma)

La procreazione assistita consiste in un insieme di tecniche mediche e di laboratorio che aiutano il processo di fecondazione, il cammino cioè che l’ovocita e lo spermatozoo devono compiere dopo essersi incontrati e fusi all’interno del corpo della donna e che in questi casi non riesce ad avvenire naturalmente.

Per convenzione si distinguono tre livelli differenti, in base al grado di complessità della tecnica impiegata, in ogni caso preceduta da cicli di stimolazione ormonale della donna.

L’inseminazione intra uterina (IUI) rappresenta una tecnica di PMA di I livello che consiste nell’introdurre il seme del partner accuratamente raffinato e privo di eventuali impurità, nell’utero della donna attraverso un catetere intrauterino.

Essa è indicata in casi di coppie giovani con problemi di sterilità di origine sconosciuta, coppie in cui la donna soffre di problemi di ovulazione che condizionano la sua fertilità, coppie con fattore maschile moderato.

La IUI può essere praticata sia a donne sottoposte a stimolazione delle ovaie che a soggetti nei quali il ciclo ovarico è naturale. La stimolazione ovarica, mediante farmaci a base di gonadotropine, permette un controllo dello sviluppo dei follicoli che viene eseguito con l’ecografia.

Le percentuali di successo sono  del 10-15% per ogni ciclo di stimolazione. Naturalmente questo dato varia a seconda della qualità del liquido seminale, del tipo di stimolazione effettuata e delle cause di infertilità della coppia così come dell’età della donna.

Quando invece parliamo di tecnica di PMA di II livello parliamo di fecondazione in vitro (IVF). La fecondazione in vitro è una tecnica che ha permesso dal 1978 ad oggi la nascita di più di un milione di bambini in tutto il mondo. Grazie a questa tecnica è possibile permettere l’unione tra l’ovocita e spermatozoo in laboratorio.

Le fasi del trattamento sono le seguenti:

  • stimolazione ovarica controllata per produrre un numero maggiore di ovuli,
  • Pick up degli ovociti, ovvero raccolta degli ovociti,
  • raccolta e preparazione del liquido seminale.
  • fecondazione in vitro.

Oggi giorno la tecnica più adoperata è la ICSI (Intra Cytoplasmatic Sperm Injection), in cui lo spermatozoo viene iniettato direttamente nell’ovulo. Una volta formato lo zigote si mette in coltura e dopo qualche giorno si effettua il trasferimento in utero degli embrioni  attraverso un catetere intrauterino.

La ICSI è l’iniezione intracitoplasmatica dello spermatozoo nell’ovocita e si struttura in quattro fasi praticamente identiche a quelle della FIVET. L’unico aspetto per cui differiscono è che nella ICSI la fecondazione non avviene da sola, per il semplice contatto delle uova con gli spermatozoi, ma grazie all’intervento del biologo stesso che sceglierà quindi accuratamente lo spermatozoo migliore dal punto di vista della mobilità e della morfologia (testa, collo e coda) da iniettare nell’ovocita attraverso un sottile ago.

La IVF permette oggi di concepire, anche quando la madre ha un’età superiore ai 40 anni dato che una donna su 3 che ricorre a tale procedura ha più di 40 anni. Essa, inoltre, viene indicata anche se alla coppia è stata diagnosticata un’infertilità femminile dovuta ad altre cause, non tanto infrequenti quali endometriosi, assenza o lesioni alle tube di Falloppio, o ancora, se l’infertilità ha origine da un problema del liquido seminale maschile.

La IVF è una tecnica il cui successo dipende tanto dall’età della donna quanto dall’esperienza degli specialisti che la eseguono, per questa ragione è fondamentale rivolgersi solo a centri altamente specializzati del settore.

Le tecniche di terzo livello, invece sono ancora più complesse, sono riservate ai casi di infertilità maschile o femminile severe (come quando non sono presenti spermatozoi nell’eiaculato). Realizzate sotto anestesia generale, queste procedure consistono nel prelievo microchirurgico dei gameti dal testicolo o degli ovociti per via laparoscopica.

Le statistiche hanno dimostrato che ad oggi le coppie che riescono a rimanere incinta dopo la fecondazione in vitro sono circa il 36%.

Sebbene i progressi scientifici e tecnologici degli ultimi anni abbiano fatti passi da giganti negli ultimi anni, ancora molto c’è da fare, comunque più di 1 milione di famiglie in tutto il mondo sono riuscite a coronare il loro sogno grazie proprio al ricorso a queste tecniche.

4 pensiero su “Le tecniche di fecondazione assistita”
  1. […] Salvo alcune controindicazioni, qualunque donna può sottoporsi all’esame, anche se ovviamente risulta particolarmente indicato per le pazienti con sospetta infertilità, perché consente di studiare dinamicamente, grazie al mezzo di contrasto, la pervietà delle tube di Falloppio e della cavità dell’utero ed avviare dunque le pazienti, se necessario, ad eventuali procedure di fecondazione assistita (FIVET o ICSI). […]

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